“I quadri di Giuliana Geronazzo sono quadri di scelta cubista, equilibrati in una loro particolare atmosfera di fascino”
Alberto Morucci su Il Giornale di Brescia, 1972

“Stile spigliato, libero e moderno e, che pur avvalendosi di una scuola tradizionale, sa tuttavia imporsi alle regole della pittura contemporanea”
Mario Pezzotta su Il Giornale di Bergamo, 1970

“il colore è ricco di luce e gli spazi luminosi sanno irrompere violenti alle volte ma con armonia …”
Lino Lazzari su Il Giornale di Bergamo, 1971

“Innegabilmente dotata di un temperamento coloristico, la pittrice si avvale dei rapporti di tono per creare un’atmosfera tipicamente personale”
Franco Bertulli

“… pittura istintiva, vibrante, soprattutto nei fiori …”
Jo Collarcho

“Nelle sculture le forme si congiungono autonomamente si dispongono in una sorta di recitazione laica della sacralità perduta … che è poi la parabola dell’umana condizione, in quanto costrizione dell’essere-al-mondo”
Gala International – Miklos Varga, 1980

“Modellato nervoso, fatto di rapidi tocchi, quasi pittorico …”
Luciano Spiazzi su Brescia Oggi, 1981

“La scultura riprende sempre forza quando è ben conosciuta anche nella sua storia … dagli avori altomedievali alle impressioni di Medardo Rosso, alla ceramica primitiva di Gauguin”
Elda Fezzi su Il Giornale di Cremona, 1982

“La fortuna di Geronazzo è di non sottostare a condizionamenti aprioristici di tendenze contemporanee ma di essere lei stessa, di continuo, fermento vivo e riattivante di tendenze contemporanee, lei che rivela, decennio dopo decennio, un dinamismo mai frenato proprio quando qualche occhio mal esercitato potrebbe rimproverarle una staticità, un non fare del nuovo. L’arte di Geronazzo, appena lasciata la piena, assoluta riconoscibilità dell’oggetto, diviene astratta, liberatrice di forze, di avventura concorde e discorde di energie, prevenendo quelle che furono poi, nel tempo, le caratteristiche “rivelate” dell’informale o per meglio dire dell’astrattismo informale”
Prof. Carmine Iandoli, Milano, Gennaio 2001

“Una scultrice di razza è Giuliana Geronazzo, artista di chiara fama che si misura da sempre attraverso tecniche diverse che vanno dalla terracotta al bronzo, dal legno alla vetroresina, dal raku e dal vetro fino a certi appunti colorati che hanno fatto presa persino su talune tele dipinte dopo una serie di viaggi fatti oltreoceano. A Brescia dove ha lo studio – il famoso studio Fornaci – proprio in periferia a Quinzano di Borgo Poncarale, in via Marconi n.4,, una vecchia casa d’altri tempi che accoglie i materiali più diversi e le miracolose terre che assieme a polveri riescono da sempre a dare vita alle realizzazioni di Giuliana. Attiva dagli anni Settanta, ha vissuto in arte i momenti forti del realismo e dell’informale, attestandosi oggi proprio in quella scansione plastica che, difforme nell’immagine, svela una tensione poetica e magica come pochi altri artisti hanno saputo far vivere. Cosa racconta nei suoi lavori? Il tema dell’uomo e del cosmo, il cielo e le stelle, la luce e il tempo, il sole e la luna, e l’intera bellezza del mondo vegetale che, specie con il vetro e la ceramica, vive un coinvolgimento forte; la sua arte, insomma, non si attesta solo in funzione del mercato e della storia, ma vive una sua interiore crescita. Nell’uso dei colori, delle tonalità, delle sfumature e di quelle che sono poi gli effetti della visione, è maestra. Nel 2004 la sua alta formazione che parte da lontano, e precisamente dal Liceo Artistico di Venezia, gli fa conseguire il Premio delle Arti – Premio della Cultura per il Design. Limpidezza e colorazione si amalgamano in un totale gioco di commistione, e il vetro si conforma in faglie, in cretti, in foglie, in aria-spazio, in foresta, in spazio-tempo; vive un mondo paradisiaco e fa vivere agli spettatori un clima di profonda innovazione. Certamente la preparazione, le prove, i confronti, la sensibilità e la poesia, tutto muove e fa muovere l’arte di Giuliana Geronazzo che, dopo una serie vitale di mostre in Italia e all’estero, e con l’intento di certificare tutta una serie di temi legati ai principi e agli elementi che regolano la storia del mondo – terra, acqua, aria e fuoco –, oggi vive il punto più alto del suo fare e del suo esistere. Il gioco astratto delle sue opere dà inizio, in questo nuovo secolo e nuovo millennio, alla liberazione di energie profonde che contestualizzano le forme, imprimendogli una sorta di timbratura, un volume futurista e futuribile, e una magia di luce e di colore assolutamente singolare. L’artista che è presente in numerosi cataloghi d’arte e le cui opere si trovano in collezioni pubbliche e private, non ultimi i lavori in alcune chiese di Brescia e Milano, ha dimostrato di non voler cedere a facili etichette di convenienza, ma di vivere e far vivere quella parte di interiorità che meglio s’adegua al corso del mondo e della vita. Umberto Saba, poeta italiano del novecento, ma poeta di una forte carica intimista, osservava come l’opera d’arte è sempre una confessione. Quella di Giuliana Geronazzo che l’abbiamo ormai di fronte, in quella trasparenza di luci che dai suoi vetri calano come in una cattedrale gotica.
Carlo Franza – Milano, Luglio 2004

“La realtà non viene mai dimenticata c’è l’impegno di legarsi al reale per farsene ponte … in colore-materia evita la seduzione di risolversi in nimesi e diventa atmosfera …”
Floriano de Santis su La scultura bresciana del novecento, 1995

“Non più temi e soggetti ma struttura costitutiva, trasparenza, chiaramente orientata in senso non iconografico …”
Claudio Cerritelli” su Il secolo di Genova, 1998

“E’ pervasa di una ricerca filosofica la vasta produzione scultorea di Giuliana Geronazzo, eclettica artista bergamasca, che nella materia riesce a dissolvere stereotipi visivi, rielaborando un concetto nuovo di immagine scolpita. Nella terracotta, nel bronzo, nel legno, così come nella lavorazione del vetro, l’autrice sperimenta suggestivi linguaggi intellettuali, abbattendo i confini formali dell’arte e ricreando un percorso espressivo articolato per allusioni semantiche di un’iconografia vaga e per anticipazioni materiche di una realtà sfuggente. Giuliana Geronazzo schiude abissali fenditure nella tradizione visiva della storia della scultura italiana, mediante l’adozione di una rivoluzionaria modulazione plastica che spazza via le precisioni formali di tanta arte accademica per surclassarsi sul teatro della vita, con un orientamento stilistico senza spazio e senza tempo. E’ qui che la visione universale della sua scultura sboccia in una varietà incredibile di opere, da cui traspare il significato dell’esistenza e sulle quali è possibile scorgere i segni della polvere, nonché il forte legame con la terra. La dissoluzione strutturale dell’imago conduce Giuliana ad una generale adesione alle tendenze informali dell’arte contemporanea, dietro le quali si nasconde il dilemma dell’incomunicabilità dell’uomo. In tal senso l’accentuata tensione lirica, che imbeve le sue sculture, porta alla luce temi e problematiche tipiche della società moderna, temi troppo delicati da esprimere a parole e che l’artista spiega con il talento plastico. Attraverso una metrica sospesa, Giuliana percorre preludi cosmici, spesso in sintonia con le rappresentazioni astratte della genesi. Dai suoi lavori permea quella filosofia Zen che per mezzo della tecnica raku è sublimata tra luce e materia. ”
Sabrina Falzone – Ferrara, 2008

“Per fare una mostra sulla foresta (in questo caso amazzonica) bisogna ovviamente averla vista, esserci stato dentro, anzi averla vissuta ed averla nella mente nel perfetto silenzio delle mille voci urlanti…. ”
“The Urwald” – Innsbruck, 18 Marzo / 13 Aprile 2009